Il legno è materiale secolarmente impiegato nello sviluppo enologico del prodotto, tanto per motivi logistici, tanto per motivi tecnici. In passato il legno era l'unico materiale modulabile per la conservazione e il trasporto del vino, oggi è essenzialmente uno strumento per migliorare le sue caratteristiche analitiche e organolettiche. La sua permeabilità da parte dell'ossigeno agevola la stabilizzazione del vino, la porosità della sua fibra consente l'imbibimento e l'estrazione da parte dell'alcol del vino di composti aromatici speziati, mentosi, vanigliati, balsamici, che accentuano la suadenza e amplificano la gamma gusto-aromatica del frutto compositivo. Tanto migliore è la qualità del legno, tanto più integra e nuova la sua composizione, tanto più piccolo il volume della botte, tanto più rilevante e migliore il ceduto aromatico e l'integrità olfattiva del vino. Le botti di legno più qualiquantitativamente cedevoli hanno una capienza variabile tra 225 e 500 litri. Quelle da 225 litri, denominate barriques, sono le più universalmente apprezzate e diffuse. Quanto ai tipi di legno impiegati, i migliori risultati in termini di dolcezza e morbidezza dell'aroma ceduto li dona il legno di quercia. Fondamentale durante l'eventuale sviluppo in legno del vino evitare ossidazioni da eccessiva permanenza, esagerata estrazione di sostanze aromatiche del legno. Le note del rovere non devono mai soverchiare standardizzando, coprendo, artefacendo il gusto-aroma del frutto. Laddove eccessiva la quantità di acido vanillico desunta dal legno, il vino presenterà il difetto del legnoso.